Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Risoluzione Onu n. 70/1.

In conseguenza di una condivisa analisi di insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo prevalente nel mondo, in sede ONU, i 193 Paesi aderenti, tra cui l’Italia, hanno elaborato ed approvato all’unanimità un piano globale per le persone, il pianeta e la prosperità denominato “Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile”. Si tratta della risoluzione n. 70/1 del 25 settembre 2015che, quindi, contiene l’impegno a garantire un presente e un futuro migliore al nostro Pianeta e alle persone che lo abitano mediante scelte finalizzate al progressivo avvicinamento ai 17 grandi obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs nell’acronimo inglese) da raggiungere entro il 2030, mediante le tappe intermedie costituite da ben 169 target. Per la verifica dell’avanzamento verso gli obiettivi stabiliti sono stati individuati 240 indicatori.

I 17 Goals sono:

  • Obiettivo 1 – Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo
  • Obiettivo 2 – Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
  • Obiettivo 3 – Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
  • Obiettivo 4 – Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti
  • Obiettivo 5 – Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze
  • Obiettivo 6 – Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie
  • Obiettivo 7 – Assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
  • Obiettivo 8 – Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti
  • Obiettivo 9 – Costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile
  • Obiettivo 10 – Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni
  • Obiettivo 11 – Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
  • Obiettivo 12 – Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo
  • Obiettivo 13 – Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
  • Obiettivo 14 – Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile
  • Obiettivo 15 – Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre
  • Obiettivo 16 – Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile
  • Obiettivo 17 – Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile

Ai fini della verifica, ognuno dei Paesi aderenti viene periodicamente valutato in sede Onu, oltreché dalle opinioni pubbliche nazionali e internazionali.

In estrema sintesi, si può dire che i 17 Goals dell’Agenda Onu 2030 riguardano 5 grandi aree di interesse comune ai Paesi che l’hanno approvata:

  • Persone. Eliminare fame e povertà in tutte le forme, garantire dignità e uguaglianza.
  • Prosperità. Garantire vite prospere e piene in armonia con la natura.
  • Pace. Promuovere società pacifiche, giuste e inclusive.
  • Partnership. Implementare l’Agenda attraverso solide partnership.
  • Pianeta. Proteggere le risorse naturali e il clima del pianeta per le generazioni future.

I simboli utilizzati con le rispettive denominazioni dei 17 Goals sono quelli sotto riportati

Per quanto la pandemia da Covid 19 ha generalmente rallentato molti processi avviati dai singoli Paesi ed in molti casi ha impedito l’avvio di nuove attività finalizzate al raggiungimento di target e Goals, l’Agenda Onu 2030 resta tutt’ora valida e vincolante per tutti i Paesi aderenti.

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu 2030 sono tutti, trasversalmente, collegati tra loro ed i tre principali settori dello sviluppo (economico, ambientale e sociale) sono strettamente correlati tra loro.

Ciascuno dei 193 Paesi ha dinamiche economiche e sociali e situazioni ambientali diverse dagli altri. Proprio per questo nella risoluzione 70/1 non sono inseriti specifici programmi e scelte di dettaglio vincolanti per tutti ma, invece, ogni Paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere gli SDGs e a rendicontare i propri risultati all’Onu.

Ovviamente, per fare ciò occorre che tutte le componenti organizzate della società (e tra essi, imprese, P.A., società civile, istituzioni filantropiche, università e centri di ricerca, operatori dell’informazione e della cultura) si impegnino, insieme alle Istituzioni politiche ed amministrative.

Ciascuno dei 17 GOALS non può essere considerato in maniera indipendente dagli altri. Anche per questo motivo, occorre utilizzare un approccio sistemico che tenga in considerazione le reciproche interrelazioni e non si ripercuota con effetti negativi su altre sfere dello sviluppo.

ASVIS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nel suo sito internet, indirizzo: https://asvis.it/l-agenda-2030-dell-onu-per-lo-sviluppo-sostenibile/
tra gli altri documenti utili, pubblica anche un rapporto annuale sullo stato dell’attuazione in Italia dell’Agenda Onu 2030
https://asvis.it/rapporto-asvis/

L’Unione Europea ha scelto di avviare una regolamentazione per la sostenibilità e per le comunicazioni non finanziarie in modo da orientare il sistema economico dei Paesi aderenti verso la sua sostenibilità. In questo ambito, il 22 ottobre 2014 è stata pubblicata la Direttiva 2014/95/EU meglio conosciuta come Non-Financial Reporting Directive, poi recepita in Italia con il d.lgs. n. 254/2016 che ha un campo di applicazione comprendente le imprese con più di 500 dipendenti ed il cui bilancio consolidato soddisfi almeno uno dei due seguenti criteri:
1) totale dell’attivo dello stato patrimoniale superiore a 20.000.000 di euro;
2) totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore a 40.000.000 di euro.
Nel mese di aprile 2021 la Commissione europea ha approvato un piano di finanza sostenibile che, oltre ad una c.d. tassonomia europea, include una proposta di Direttiva europea volta ad estendere l’attuale normativa sulle comunicazioni non finanziarie alle imprese con più di 250 dipendenti introducendo l’obbligo di della certificazione delle informazioni riportate ed un bilancio di sostenibilità con maggiori informazioni rispetto a quelle attualmente previste per le imprese obbligate.
Tuttavia, le imprese non rientranti nel campo di applicazione dell’obbligo di pubblicazione di comunicazioni non finanziarie possono legittimamente redigere e pubblicare sia l’analisi di sostenibilità della propria impresa sia il vero e proprio bilancio di sostenibilità, in coerenza con l’Agenda Onu 2030.
Alcune imprese italiane, da tempo, effettuano regolarmente la loro analisi di sostenibilità e pubblicano il bilancio di sostenibilità redatto secondo gli obiettivi e gli indicatori previsti nell’Agenda Onu 2030.
Tra queste, sono esempi di particolare rilevanza le esperienze di imprese come Artsana, Illycaffè, Banfi (azienda vitivinicola) e Gruppo Sea – Società Esercizi Aeroportuali

L’analisi ed il bilancio di sostenibilità sono strumenti che possono essere realizzati mediante un processo partecipato da tutti i soggetti interni ed esterni all’impresa ma (stakeholder) con il contributo e la giuda di professionisti competenti.

I Consigli degli Ordini degli Avvocati (COA) di Gela, Marsala e Sciacca, con il contributo di Cassa Forense hanno realizzato un’attività formativa nel periodo ottobre 2021 – marzo 2022 alla quale abbiamo partecipato, con esito positivo, n. 26 avvocati, acquisendo competenze utili ad effettuare l’analisi di sostenibilità delle imprese, degli Enti Locali e delle associazioni ed Organizzazioni del terzo settore.

I servizi offerti sono principalmente rivolti ad imprese (anche di piccole dimensioni):

  • analisi di sostenibilità;
  • partecipazione alla redazione di bilanci di sostenibilità in collaborazione con altri professionisti aventi competenze complementari.